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Volontariato: l’educazione che fa bene al cuore

Volontariato: l’educazione che fa bene al cuore

Prima di inziare a pensare a tutta la vastità di benefici che si possono trarre dal mettersi al servizio della comunità, è importante definire esattamente che cosa significa “mettersi al servizio della comunità”. In una scuola internazionale come la nostra, dobbiamo chiederci: di quale comunità stiamo parlando? Una cosa di cui siamo sempre andati fieri nella nostra scuola è il modo in cui reagiamo ai disastri naturali che accadono nel mondo, una cosa che diventa ancora più toccante quando i paesi coinvolti sono quelli originari dei nostri studenti. Questo, purtroppo, è quello che è successo in più di un’occasione negli ultimi due anni: terremoti in Messico e Nepal, uragani sia nei Caraibi che negli Stati Uniti. In questo caso si parla di rispondere ad una necessità in una comunità a migliaia di chilometri dalla scuola, ma non a migliaia di chilometri dai cuori dei nostri studenti.

Anche se ciò che abbiamo menzionato potrebbe sembrare una questione tecnica, è comunque una questione importante per una scuola internazionale che pone una particolare enfasi sull’importanza di essere globalmente consapevoli. Per noi, infatti, ogni comunità è la nostra comunità, quindi che si tratti di raccogliere del cibo per un evento di beneficienza locale o raccogliere fondi per un evento di beneficienza internazionale, per noi è tutto sullo stesso piano di importanza. Questo è l’esatto motivo per il quale abbiamo creato un’importantissima commissione all’interno della student leadership team della scuola, la Commissione di Beneficenza. Questo nuovo organo scolastico è supervisionato da Ian Mills, che lavora come membro del CAS, ma diretto da Ziling Yang, una studentessa cinese al primo anno del programma IB Diploma. La ragazza descrive come fare questo tipo di servizio ha unito il gruppo:

“Dirigere la Commisione di Beneficenza è stata una delle cose più emozionanti della mia vita. Oltre alla soddisfazione derivante dall’organizzare diversi eventi, sono incredibilmente orgogliosa nel vedere come piccole gocce d’acqua possano diventare un oceano. Ho sempre creduto che la chiave della beneficenza fosse unire le persone e che fosse il modo in cui raggiungere il successo, questo percorso me lo ha dimostrato”.

Quindi, parliamo ora delle ragioni per le quali è importante per i giovani impegnarsi nella beneficenza e nella raccolta di fondi. Ci sono diversi modi di vederla, uno di questi è che i giovani dovrebbero voler fare beneficenza per il ritorno personale e morale che è possibile trarne. Recentemente abbiamo organizzato un incontro mattutino dove è stato possibile mangiare una fetta di torta e bersi un caffè per raccogliere denaro. Il fine di questo evento era la raccolta di fondi per l’organizzazione di ricerca sul cancro Macmillan. Abbiamo mostrato agli studenti che hanno preso parte all’organizzazione dell’evento come i soldi raccolti sarebbero stati spesi: abbiamo mostrato loro l’esperienza di una persona che era stata aiutata, così che potessero vedere come il loro contributo potesse comportare un vero e proprio cambiamento di vita. L’effetto è stato plateale e ha offerto agli studenti la motivazione necessaria per raccogliere quanti più fondi possibili. La cosa più importante è che in quel momento, i ragazzi non lo stavano facendo perchè glielo avevamo chiesto noi della scuola, ma perchè volevano farlo.

Avevamo dato a questi ragazzi quello che alcuni hanno chiamato “un’educazione del cuore e dell’anima”. Mettersi al servizio degli altri può cambiare e cambia la vita delle persone. Un altro esempio: abbiamo raccolto del cibo e dei vestiti per un evento di beneficenza di un’organizzazione chiamata Anode. L’anno scorso, gli studenti del programma IB Diploma CAS hanno raccolto tantissimo cibo e vestiti prima della pausa natalizia ma non ci stavano più pensando fino a che, al loro rientro dalle vacanze, gli abbiamo mostrato il video di una persona che aveva beneficiato dell’iniziativa e che esprimeva la propria gratitudine. Anche in questo caso gli studenti hanno realizzato quanto fosse stato vitale il proprio contributo.

Ciò che tutto questo dimostra è come non basti dare agli studenti l’opportunità di fare beneficenza e sperare che vedano da soli il valore di ciò che fanno, il nostro compito di educatori è quello di fornire agli studenti la sensibilità di volersi consciamente impegnare moralmente ad aiutare il mondo. Questo è qualcosa che facciamo molto bene nel campus di Torbay, attraverso i nostri premi raggiungibili con i  programmi IB Disploma CAS e il Duke of Edinburgh.

Chris Nicholls, Coordinatore delle attività extra-curricolari, che riceve un premio a Buckingham Palace per il contributo alle scuole come parte del Duke of Edinburgh Award.

I benefici per gli studenti che apprendono questo tipo di educazione del cuore sono tantissimi: i ragazzi hanno una maggiore consapevolazza di chi sono, di come vedono se stessi e il mondo attorno a loro. Tutto questo ha un effetto immediato sul benessere e sulla felicità degli studenti stessi per una svariata serie di ragioni, tra cui il portare così tanta gioia alle persone. Ma i benefici non sono finiti. Essere al servizio della comunità, in particolare quella locale, mette in comunicazione i giovani con la comunità che possono vedere coi loro stessi occhi, creando spesso dei legami forti con le persone che aiutano e con cui collaborano. Questo è certamente stato il caso degli studenti che hanno lavorato nelle due organizzazioni di beneficenza locali principali: Anode, che provvede ai senzatetto cercando loro una casa temporanea e Purple Angels, che cerca di accrescere la conoscenza della demenza e il supporto alle persone affette. Anode ha aiutato un grandissimo numero di senzatetto a Torbay ad entrare in case prima temporanee e poi permanenti, fornendogli anche tutte le provviste necessarie di cibo e vestiti, progetto che abbiamo regolarmente aiutato a realizzare. Molti dei nostri studenti hanno anche aiutato a dipingere alcune nuove case e, in qualche caso, hanno anche dato supporto emotivo alle persone. Il nostro legame con Purple Angels è più profondo, adesso abbiamo un totale di trenta studenti che visitano regolarmente le persone affette da demenza passando del tempo con loro e aiutando con i materiali di promozione della campagna di beneficenza.

Eugene Tan e il Direttore di Purple Angel che incontrano Sua Altezza Reale il principe Edward. 

Vale la pena di soffermarsi un momento a riflettere sul perchè i nostri studenti visitino e passino del tempo con i malati di demenza, anche se alcuni di loro sono molto vecchi: per i malati, queste visite costituiscono un’esperienza meravigliosa per poter condividere le proprie storie con persone molto giovani che arrivano da tutto il mondo. Uno studente in particolare ha lavorato senza sosta per migliorare le vite di queste persone: Eugene Tan dalla Malesia ha creato un legame molto stretto con Purple Angels e continua a fare tutto ciò che può per aiutare, anche accompagnare i nostri studenti durante le loro visite. Eugene fa tutto questo nonostante sia al secondo anno del suo IB Diploma e spiega che cosa questa meravigliosa esperienza gli ha regalato a livello personale:

“Ho iniziato il mio rapporto con Purple Angels grazie al CAS. Dopo qualche mese da quando ho inizato ad andare a trovare i malati, ho imparato quali sono i benefici derivanti dal volontariato e come le buone azioni si diffondano velocemente”.