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EF Student Stories: Francesca a Barcellona

Abbiamo chiesto ai nostri Studenti di raccontarci le loro esperienze: cosa hanno amato di più del loro soggiorno all'estero? Quali sono le attività a cui hanno partecipato? Cosa si sentono di dire a chi sta per partire? Ecco cosa ci raccontano!
EF Student Stories: Francesca a Barcellona

Sono Francesca e sono stata a Barcellona 6 settimane (19 giugno-30 luglio 2022) ed è stato uno dei periodi più belli che ho vissuto, non ricordo nulla di negativo anzi, ho conosciuto così tanta gente e fatto così tante esperienze che credo abbia fatto aprire i miei orizzonti e capire che ci si può sentire a casa in qualunque parte del mondo.

Barcellona è una delle città più grandi in cui sia stata ed ho scoperto moltissime cose nuove anche solo facendo una banale passeggiata, ad esempio, ho trovato i churros più buoni che abbia mai mangiato solo perché, camminando per il Barrio Gotico, abbiamo deciso di fermarci nel posto più vicino. Inoltre, non ci si annoia mai e non importa se sia un giorno di settimana, un festivo o un sabato sera: lì ci sarà sempre una scusa per festeggiare. E' una città piena di cultura, paesaggi bellissimi e spiagge ancora più mozzafiato da far restare a bocca aperta nonostante ci si passi davanti ogni giorno per andare a scuola o ci si trascorra i pomeriggi.

Le attività organizzate da EF sono tantissime e molto utili per conoscere nuovi amici durante le prime settimane. Dopo essermi ambientata ho comunque continuato a partecipare, soprattutto a quelle che si svolgevano di domenica perché andavamo sempre al mare in posti fantastici come Sitges, Platja de Oro o Aguiblava. Poi, presa confidenza con il luogo, e chiedendo consigli allo staff, è diventato piacevole organizzare uscite tra noi; ad esempio siamo andati al parco divertimenti di Tibidabo o ai Bunkers el Carmel, una collina da cui si può vedere tutta la città.

Una sera io ed altri amici ci siamo prenotati per una visita a Montjuic (un monte con un museo e una fontana bellissima). Io, una ragazza brasiliana ed un ragazzo ungherese penso stessimo mangiando degli avanzi di pasta cucinata in giorno prima all'interno della residenza, nel frattempo due americani con cui dovevamo andare erano davanti il palazzo ad aspettare che uscissimo. Una volta nella hall ci rendiamo conto che il gruppo già era partito senza di noi allora decidiamo di raggiungerli; l'unico problema è che loro erano ad una fermata di metro dalla residenza a vedere il giardino del museo, noi stavamo salendo sulla montagna vera e propria perdendo quasi un'ora tra metro e funivia. Camminiamo tantissimo tra gli alberi e, una volta sulla cima, vediamo un grande palazzo deserto. Ci rendiamo conto di esserci persi e, mentre una ragazza italiana mi manda foto dello spettacolo con l'acqua di ogni mercoledì sera, noi stanchissimi scendiamo dalla montagna fino ad arrivare ad un locale; decidiamo di entrare a comprare un po' d'acqua e scopriamo che il posto si affaccia su uno stadio enorme; una volta seduti nei sedili dello stadio la ragazza brasiliana dice: "la vita è irreale, come si sia fermata".

Sicuramente l'esperienza mi ha aiutata ad uscire dalla mia comfort-zone. Ammetto che non è stato semplice all'inizio trovarmi in un ambiente nuovo senza conoscere nessuno e di aver pensato più di una volta, soprattutto durante la prima settimana, di voler tornare a casa ma sono orgogliosa di me stessa perché sono cresciuta parecchio: ho imparato a relazionarmi con persone con culture e lingue diverse dalla mia e, nonostante le incomprensioni, sono gli amici che mi resteranno sempre nel cuore e che spero di rivedere presto. Nonostante abbia sempre viaggiato fin da piccola con i miei genitori questa è stata un'esperienza totalmente diversa perché, per imparare a gestirsi da soli serve grande maturità che penso di aver acquisito e credo anche di essere molto più estroversa rispetto a come ero prima di partire.

L'unico consiglio che posso dare è quello di buttarsi; il tempo durante un'esperienza all'estero scorre così veloce che, senza accorgersene è il momento di tornare a casa. Allora perché non impiegare al meglio ogni singolo secondo? Pensa a tutte le avventure da vivere, a tutte quelle da raccontare una volta in Italia, e quanto è bello avere amici da diverse parti del mondo? E' un'esperienza unica, indimenticabile che fa uscire fuori il lato migliore di noi stessi.

Sicuramente farà molto anche nel curriculum perché studiare all'estero non è da tutti, inoltre, lo studio della lingua è molto diverso rispetto all'Italia dove tutto è più teorico. Quindi, essendomi confrontata con persone madrelingua e avendo fatto molta conversazione, avrei sicuro una marcia in più se volessi lavorare all'estero o in generale confrontarmi con persone provenienti da un altro paese.

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