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EF Student Stories: Federica a Boston

Abbiamo chiesto ai nostri Studenti di raccontarci le loro esperienze: cosa hanno amato di più del loro soggiorno all'estero? Quali sono le attività a cui hanno partecipato? Cosa si sentono di dire a chi sta per partire? Ecco cosa ci raccontano!
EF Student Stories: Federica a Boston

Ciao Federica! Raccontaci un po' di te e della tua meta EF!

Ciao! Mi chiamo Federica, vengo da Milano, ho 22 anni e questa estate sono partita per tre settimane per Boston, negli Stati Uniti e ho soggiornato all’interno del campus. Non è la prima volta che viaggio con EF, infatti l’anno scorso sono stata a Bournemouth a sud dell’Inghilterra e mi sono trovata così tanto bene che ho deciso di ripartire di nuovo, questa volta estendendo il corso di una settimana.

Entrambe le esperienze sono state incredibili, diverse ma comuni: i ricordi che mi porterò a vita sono qualcosa di indimenticabile, le persone che ho conosciuto rimarranno sempre una gran parte di me e la crescita personale sarà sempre una delle mie più grandi vittorie.

Quali sono le tre cose che ti sono piaciute di più di Boston?

Come faccio a scegliere?! Sicuramente una cosa che mi ha colpito molto sono i contrasti dei colori che vedevo per la città. Quando c’era bel tempo erano vividi, il contrasto tra il verde dei prati e l’azzurro del cielo era qualcosa di breathtaking! Da ciò deriva la passione anche dei parchi, spazi verdi e gli alberi della città che erano sempre curatissimi (e pieni di adorabili scoiattoli). Sono sempre stata attratta dalle grandi città semplicemente perché ho sempre pensato che proponessero di più e così è stato! Nonostante non sia stata mai ferma dovevo ancora fare e vedere tante cose di Boston. Le attività che propone EF sono innumerevoli e di tutti i gusti, impossibile non trovare qualcosa da fare. Ho avuto anche la sensazione che nonostante le vaste proposte, non sia una città troppo caotica, ma piuttosto calma/rilassata. Come ultima cosa, direi il senso di sicurezza. Mi sono sentita molto più sicura che nella mia città e non è scontato contando che si è “da soli” dall’altra parte dell’oceano. Io e le mie amiche avevamo notato che una volta tramontato il sole, diventava buio molto presto, ma ciò non ci ha assolutamente vietato di tornare un pochino più tardi o di uscire a prendere qualcosa al supermercato se avevamo fame la sera.

 

Quali attività hai svolto insieme ad altri studenti?

Ho svolto tantissime attività diverse tra loro, ogni giorno la città ed EF proponevano qualcosa di diverso. Per esempio ho seguito il tour di Harvard e del MIT, ho visitato il James P. Kelleher Rose Garden, sono salita sul Prudential Center per vedere Boston dall’alto ed ho assistito ad una partita di baseball al Fenway Park. Ho visitato il New England Aquarium, ho partecipato alla sunset cruise e ho avuto l’occasione di poter vedere le balene dal vivo grazie al whale watching tour. Ho girato per Cambridge, Kendall Square e Downtown. Sono andata a Revere Beach e ad Hampton Beach e ho fatto shopping al Wrentham outlet. Ho visitato Quincy Market, sono andata alla Tall ship e sono stata nei diversi parchi in giro per la città. Ho giocato a carte e a diversi giochi di società, ho provato per la prima volta a giocare all’american ping pong e cantato davanti a tutti al karaoke. Ho giocato a pallavolo, ballato, comprato una torta di compleanno per una piccola festa a sorpresa e giocato a mario kart. Ho fatto molto altro, ma la cosa più importante di tutte è che ho creato dei splendidi ricordi con tutte le persone che hanno condiviso questa immensa esperienza e tutte queste attività con me.

 

Quale è stato il momento più intenso della tua vacanza?

Ho così tanti bei ricordi che non saprei quale scegliere, ma se mi concentro sulla parola “intenso” so perfettamente di cosa parlare. L’ultima sera, il mio, o meglio il nostro “last friday night”. E’ stata una serata indimenticabile, piena di emozioni. Da una parte c’era chi firmava le ultime bandiere o chi scriveva sul quaderno dei ricordi, dall’altra chi si continuava ad abbracciare e dall’altra ancora chi rideva e scherzava. Ognuno si stava godendo quel momento come meglio preferiva. Hanno messo la musica, come sempre, quindi stavamo cantando, mentre giocavamo un po’. Ad un certo punto però abbiamo deciso di lasciarci andare, quindi ci siamo spostati al centro della lobby, abbiamo alzato un pochino di più la musica e abbiamo iniziato tutti a cantare in coro, per poi passare a ballare… male ovviamente, ma non ci importava proprio! Abbiamo fatto anche dei balli di gruppo per poi emozionarci su “see you again”. Abbiamo scattato foto e video e quando è stato il momento di andare a dormire nessuno ne aveva voglia, perché sapevamo che quelli erano i nostri ultimi momenti tutti insieme. Non dimenticherò mai i sorrisi, la complicità, la felicità ma soprattutto gli occhi lucidi che in molti di noi avevano. Eravamo tutti consapevoli che quello sarebbe stato uno dei ricordi più belli ed eravamo così felici di trascorrerlo insieme che il suo ricordo mi scalda e mi scalderà sempre il cuore.

 

In che modo ti ha cambiato questa esperienza? 

Dal punto di vista personale pensavo che questa tipologia d’esperienza mi avesse cambiato già tanto e definitivamente l’anno scorso… invece sono tornata con più consapevolezza di me stessa e sicuramente più autostima! Avevo già un buon spirito di adattamento ma anche questa volta sono riuscita a sorprendermi e sono soddisfatta dei traguardi personali che ho raggiunto.

Oltre a ciò, parte fondamentale, sono riuscita a migliorare ancora di più in inglese, nonostante partissi con un C1, acquisito nella mia passata esperienza a Bournemouth. Infatti, dopo non aver praticato la lingua per un po’, ero meno fluida nel parlare e facevo più fatica a comprendere le persone con un forte accento. Dopo la prima settimana non sono solo riuscita a “rimettermi al passo”, ma, anche grazie alle lezioni, ho imparato molte più parole così da implementare il mio vocabolario. Ho anche rafforzato alcune regole grammaticali e ho studiato la differenza tra l’american english e il british english. La soddisfazione più grande sicuramente è stata quella di riuscire ad esprimermi in qualsiasi situazione e soprattutto, riuscire a farmi capire! Sia dai nativi sia dai ragazzi con un livello d’inglese più basso. Sono stata molto sorpresa di me stessa quando in classe abbiamo visto un documentario senza sottotitoli e sono riuscita a capire quello che veniva raccontato, cosa che prima non riuscivo a fare, nonostante guardi molto spesso film in inglese.

Ringrazio molto il mio insegnante ed EF per avere questo metodo di insegnamento che personalmente trovo molto efficace.

Che consigli daresti a chi deve partire con EF o è incerto sulla partenza?

Il consiglio che do sempre è quello di buttarsi ed uscire fuori dalla comfort zone. “Siamo tutti nella stessa barca”, ovvero nessuno conosce nessuno, siamo trasportati dall’altra parte del mondo o comunque in un’altra nazione dove l’inglese non è la nostra prima lingua e chi più e chi meno, soprattutto all’inizio, fa fatica ad esprimersi. Ognuno di noi deve adattarsi allo stile di vita altrui e nonostante delle volte sia più difficile, i rapporti e i ricordi che si creeranno saranno impossibili da rimpiazzare! Non abbiate paura di scoprire il nuovo, di crescere e di affrontare un’esperienza da soli, può farvi maturare molto più di quanto pensiate e potrebbe cambiare la vostra mentalità e le vostre scelte di vita. Per questo consiglio di provare anche nuove attività che magari non fareste mai nella vostra città, non potrete mai sapere come sono o come siete voi/vi sentite nel fare qualcosa di diverso! Queste avventure sono un modo per conoscere nuove persone ma soprattutto per conoscere meglio anche noi stessi!

Nel caso comunque vi troviate in difficoltà, lo staff di EF a destinazione è sempre disponibile per aiutarvi a vivere la vostra esperienza al meglio. Qualunque sia il problema parlatene!

Pensi di aver acquisito competenze utili anche per il tuo futuro lavorativo?

Assolutamente sì. Entrambe le esperienze mi hanno fatto crescere e maturare. Ho sviluppato skills che servono anche nel mondo lavorativo, come il public speaking e il sapersi approcciare a persone di età differenti. Inoltre, avendo migliorato l’inglese ho più “porte aperte” per il mio futuro.

Se dovessi saltare su un aereo in questo momento, quale sarebbe la tua destinazione?

In questo momento credo che partirei per San Diego o per Honolulu, ma dalle mie ultime esperienze ho imparato a lasciarmi trasportare dal destino!

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