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EF Connects: Ivana Calabrese parte con la Borsa di Studio EF

EF Connects: Ivana Calabrese parte con la Borsa di Studio EF

Nella serie di interviste EF Connects, parliamo con persone che ci ispirano, cercando di comprenderle e vedere come alla fine siamo tutti molto più vicini di quanto sembri.

Ivana è l’assegnataria della Borsa di Studio EF del valore di 10.000 Euro per studiare all’estero. Partirà per Dublino dove frequenterà un corso di inglese a Dublino di 4 settimane e svolgerà uno stage di altre 4 settimane.

Parlaci di te: chi è Ivana?

Ho sempre avuto difficoltà a definirmi in poche battute, perchè spesso mi rendo conto di essere un mix esplosivo di tante (forse troppe) cose diverse e addirittura antitetiche fra loro, al punto che sono convinta di avere ancora molta strada da fare per conoscere fino in fondo tutti i lati della mia personalità. Sono sempre stata una studentessa devota, seria e responsabile, una ragazza affidabile, rispettosa delle regole e desiderosa di trasmettere agli altri lo stesso senso del dovere e della disciplina, una fervida lettrice amante delle attività introspettive in solitaria. Ma allo stesso tempo in me vivono anche una grande sportiva, una festaiola estroversa, una rockettara doc, una compagna d’avventure che non rinuncerebbe mai alle proposte degli amici, uno spirito libero che ha sperimentato i tagli di capelli più anticonvenzionali e improponibili prima di optare per una tinta shock di colore verde smeraldo.

Questa poliedricità si riversa anche nei miei interessi personali, in ciò in cui credo e in quello a cui mi dedico giorno per giorno. Oltre a sentirmi incredibilmente a mio agio nel campo di studi variegato e multiforme che ho scelto (scienze politiche internazionali), ho la fortuna di trovarmi negli ambienti ideali in cui la mia esuberanza assume forme concrete e positive, trasformandosi in una fonte di occasioni per me e per ciò che mi circonda: da ormai 7 anni faccio parte di un’organizzazione giovanile che si occupa di promozione sociale, territoriale e culturale nella meravigliosa Basilicata. In questo modo, ho trascorso tutta l’adolescenza occupandomi dell’organizzazione di eventi e iniziative, di divulgazione e creazione di progetti, dando libero sfogo alla fantasia e alle mie aspettative personali.

Mi presenterei volentieri come un’osservatrice poco incline ad accettare passivamente preconcetti e luoghi comuni, sempre pronta a fare la sua parte per migliorare e valorizzare cose e persone.

La nostra rubrica si chiama EF Connects, quindi ci viene spontaneo chiederti: cosa ti aiuta a connetterti col mondo e a capirlo meglio?

Credo di essere una persona molto empatica con un gran desiderio di ascoltare e conoscere. In apparenza sono una che parla fin troppo (soprattutto in radio su YouthVox, un’antenna che gestisco insieme ai miei amici all’interno di un nuovo network radiofonico italiano), ma in realtà preferisco restare in silenzio e fare in modo che siano le persone, i luoghi e le cose che mi stanno attorno ad esprimersi. Credo che sia proprio questo, unito a una sincera curiosità e a uno spiccato spirito di osservazione, a permettermi di stabilire una connessione forte e profonda con il mondo esterno.

In ogni caso, da brava speaker, devo necessariamente riconoscere i meriti della mia voce, che ho scoperto solo in tempi recenti. Riesce a mettermi in sintonia con tantissime persone e realtà diverse, portandomi a esplorare le loro storie e condividerle con gli altri.

Ivana e le esperienze internazionali: hai già viaggiato all’estero? Se sì dove e come? Cosa ti ha aiutato a conoscere meglio la destinazione che hai visitato in passato?

Mi ritengo abbastanza fortunata da questo punto di vista. Non ho visitato nemmeno un decimo delle mete che ho in mente, ma sin da bambina ho sempre avuto modo di seguire i miei genitori in giro per l’Italia e per il mondo, offrendomi volentieri come accompagnatrice anche nei viaggi di lavoro. Ho preso decine di aerei, a partire dal mio primo grande viaggio in Nord Africa quando avevo 3 anni.

Insoddisfatta delle gite scolastiche troppo corte e vissute sotto l’ala degli adulti, tra i 17 e i 18 anni decisi (in modo un po’approssimativo e spericolato, come si fa in gioventù) di partire per l’Inghilterra per vivere la mia prima esperienza in solitaria e mettere alla prova il mio inglese, misteriosamente impeccabile nella pronuncia nonostante avessi trascorso tutta la vita a Grassano, un paesino dell’entroterra lucano senza la minima occasione di confronto linguistico. La conoscenza della lingua è stata sicuramente la chiave di volta che mi ha permesso di vivere al meglio la mia destinazione e trascorrere un paio di settimane all’estero senza preoccupazioni.

Qualche aneddoto divertente?

In un viaggio in aereo ho avuto una piacevole conversazione con il mio vicino di posto (sì, esiste ancora qualcuno che non passa tutto il tempo al cellulare e vive i viaggi in un modo così vintage e romantico, thankfully).  Abbiamo parlato in inglese dall’inizio alla fine – cioè finchè non mi ha rivelato di chiamarsi Matteo. Ma la cosa più divertente è che l’italianissimo Matteo mi ha chiesto da dove venissi, per poi domandarmi, senza ombra di sarcasmo, se la Basilicata – regione che non aveva mai sentito nominare prima di allora – si chiamasse così per via di un qualche fantasioso record nella coltivazione del basilico. Matteo, non ti dimentico. Ricorda che in queste circostanze in geografia conviene giocarsi la carta della barbabietola da zucchero.

Stai per partire per un’esperienza internazionale che migliorerà le tue prospettive accademiche e professionali: come ti stai preparando?

Non sono abituata a grandi preparativi, nemmeno in vista di importanti cambiamenti o passi in avanti nella mia vita, e non perchè non mi renda conto della loro rilevanza, ma semplicemente perchè preferisco buttarmi a capofitto nelle situazioni mentre le vivo. Per il momento mi limito a informarmi di più sulla mia destinazione e cercare di preparare bene le valigie… la cosa più difficile è come sempre placare le ansie della mamma!

Come mai hai deciso di partecipare al programma della Borsa di Studio di EF?

Durante il lockdown mi è capitato di imbattermi casualmente nell’annuncio relativo a questa Borsa di studio. Leggevo che sarebbe stata assegnata a uno studente universitario italiano meritevole, con una storia personale particolarmente interessante. Bloccata a casa, delusa da tutto ciò che sembrava risucchiare la mia vita e i miei progetti futuri (primo fra tutti l’Erasmus), ho deciso di partecipare per restare fedele alla mia voglia di fare assecondando il wanderlust, ma senza alcuna aspettativa di vincere. Non a caso, nessuno ha saputo della mia candidatura finchè non ho ricevuto la fatidica chiamata che mi avvisava non solo di aver vinto, ma anche di aver ottenuto l’assegnazione alla mia prima preferenza: Dublino. Vi lascio immaginare il mio entusiasmo.

Bucket list di cose da fare durante la tua esperienza? Ne hai una?

Ne ho fin troppe. Ho in mente così tanti posti da visitare e cose da fare che credo che se iniziassi a elencarli questo articolo si trasformerebbe in un’interminabile pergamena digitale. Condividerò con voi quasi ogni cosa, perciò non vi resta che seguirmi e vivere questa avventura con me.

Cosa ti aspetti dalla tua esperienza?

Mi aspetto di crescere tanto, nel modo in cui solo un viaggio può far crescere. Le 4 settimane di stage all’estero mi incuriosiscono particolarmente: sarà la mia prima vera esperienza “professionale”, al di fuori del contesto scolastico o accademico. Mi aspetto di esser posta di fronte a sfide che potranno sembrare più grandi di me, di cogliere nuove opportunità e ritornare a casa più ricca, più vivace, più sicura e più determinata di prima.

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