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Le avventure di Giulia a Bournemouth

Giulia ha 18 anni ed ha passato tre settimane a Bournemouth questa estate. Ha racchiuso la sua esperienza in un racconto che ha voluto condividere con noi.
Le avventure di Giulia a Bournemouth

La partenza

Ho preso il primo aereo per Milano la mattina. Mentre aspettavo di essere imbarcata ho conosciuto un'anziana signora. Indossava uno scialle e portava solo un borsone con sé. Ci siamo intrattenute a parlare e mi ha detto che ha un nipote in Inghilterra per un progetto di alternanza scuola-lavoro. Sarebbe rimasto là molto più tempo di me.

Ho dovuto salutarla al momento dell’imbarco perché in aereo i nostri posti erano lontani. Lei occupava uno dei posti davanti mentre io sono finita vicino alle ali (il che mi va benissimo, basta che non mi trovi davanti all'uscita di emergenza). 

La compagnia aerea era la Wizz. Prima del decollo il tetto dell'aereo si è riempito di aria fredda e sembrava che delle nuvole entrassero nell'aereo. Se avessi allungato la mano avrei potuto dire d’aver toccato il cielo.

L'aereo è stato inclinato per tutto il viaggio e non mi sono sentita tranquilla. Ho passato tutto il volo con la musica nelle orecchie. 

Dopo essere atterrata ho cercato una libreria in cui "scaricare la tensione" accumulata in aereo. Lì ho comprato il primo libro (sì, avevo appena lasciato casa e già ho fatto danno). 

È un'edizione di "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen in inglese, con la copertina e le pagine dorate. Fatto ciò, ho cercato qualcosa da mangiare e ho aspettato le 16. Avevo qualche oretta prima che il mio gruppo arrivasse.

Tutti i miei compagni di viaggio sono arrivati quasi nello stesso momento. Ci siamo disposti in cerchio, ognuno con i propri bagagli, e ci siamo presentati. Nel cerchio eravamo per lo più ragazze. I ragazzi stavano per conto loro, sparpagliati qua e là e non parlavano molto. C'è voluto un po' di tempo prima che iniziassero a formare dei gruppetti e a parlare tra di loro.

Tutte le persone che ho conosciuto sembravano meravigliose. In quel momento ho iniziato ad avere la sensazione che sarei stata bene.

Il volo è andato alla grande. L'atmosfera era molto più rilassata. La British Airways aveva persino lasciato per ogni passeggero un pacco di patatine.

Sono arrivata a Bournemouth verso le undici di sera. Mi sono innamorata della mia camera. Era sviluppata in lunghezza. Avevo una scrivania lunga 3 volte il mio braccio con la tipica sedia da studio a rotelle (anche questa comodissima). Ho amato quella scrivania. Le superfici dei mobili erano piene di polvere ma nulla che qualche fazzoletto umido non potesse risolvere. Nel complesso, la camera era pulita. Avevo anche un bagnetto tutto per me. 

Sono andata a dormire che ero distrutta. Un'altra cosa che ho amato di quella stanza è stato l'interruttore della luce: c'era un interruttore per spegnerla proprio sopra al mio letto.

Prima settimana

Il primo giorno mi sono persa nel corridoio del residence. Era pieno di porte e non ricordavo da quale fossi entrata. Per fortuna una ragazza ha aperto la porta della sua stanza e ho potuto chiederle indicazioni. Scesa giù ho scoperto che la cena di ieri avrebbe dovuto essere la mia colazione (c'erano due buste da prendere: una per la cena e l’altra per la colazione e io ne avevo presa solo una). Pazienza.

Siccome era una bella giornata, gli activity leaders ci hanno portato a fare il giro della città. A mezzogiorno ci siamo fermati al Citygate per pranzare. Come pranzo c’erano delle "penne al tonno"che non sapevano di tonno... non avevano sapore.

Durante il pomeriggio ci hanno portato al supermercato dove abbiamo riempito il carrello di patatine e kinder bueno.

La prossima destinazione sarebbe stata la spiaggia. Non potendo passare da casa, ci siamo portati dietro le buste della spesa. Ne avevo una con un pacco di cereali enorme.

Arrivati in spiaggia ho approfittato del tempo libero per trovare un bel locale e ordinare un panino. Stavo morendo di fame.

Il secondo giorno è stato il mio primo giorno di lezione. L'insegnante si chiamava Jake e l’ho amato. Mi sono divertita un sacco a lezione. Durante la pausa pranzo ho cercato il luogo in cui avrei dovuto pranzare ma non lo trovavo (mi stavo impacciando con google maps). 

Per strada ho incontrato una mia compagna di classe con una sua amica e abbiamo deciso di mangiare nel primo ristorante che avremmo trovato: è capitato un locale tailandese. Ho ordinato degli spring roll. Erano davvero buoni.

Dopo le lezioni cena e… in spiaggia! Lì ho comprato la mia prima mascotte. Purtroppo, non ha ancora un nome. Non sono sicura di che animale sia, ma è divertente cercare di indovinare. Punto sullo scoiattolo.

Il giorno dopo ho fatto avverare un sogno: sono andata al cat cafè. Sono stata un'ora ad accarezzare gatti, fargli foto... Ho conosciuto due ragazze di cui una che si stava allenando a disegnare gatti su un quaderno degli sketch. Era bravissima! Disegnava direttamente con la penna. Non cancellava mai e i disegni dei gatti erano proprio carini. 

L'attività della sera è stata la discoteca. Ho conosciuto meglio le tre ragazze italiane con cui in futuro passerò la la maggior parte dei miei giorni a Bournemouth. Siamo uscite un'ora prima che finisse l'attività per tornare al residence. Non fa per noi la discoteca ed è bello essere asociali insieme. Sono grata di non aver trascorso la serata da sola. Ci siamo divertite tantissimo insieme.

Giovedì ho legato di più con la mia compagna di classe spagnola (Lara). Abbiamo svolto insieme le attività che dovevamo fare in classe. Lara è bravissima: ci siamo consigliate dei libri a vicenda e lei mi ha consigliato Six of Crows (il suo libro preferito). Qualche giorno dopo l'ho comprato. Ho appena iniziato a leggerlo ma promette molto bene.

Un altro compagno di classe con cui sto iniziando a legare è Roy. Ha vent’anni e lavora in un ristorante. Non ama leggere quanto me e Lara ma è divertente stare in sua compagnia.

L'indomani, altre due amiche! Ero a mensa da sola (speravo di trovare qualcuno che conoscessi) e una mia compagna di classe mi si è avvicinata per dirmi di unirsi a lei e a una sua amica. Dopo la lezione ci siamo prese un bubble tea. Ho assaggiato i Mochi (dei dolci giapponesi a forma di pallina) ed erano morbidissimi.

Il 6 è stato l'unico giorno in cui mi sono riposata (allora non lo sapevo ma il fine settimana successivo avrei fatto due gite).

Sono andata a pranzare al McDonald con le mie amiche italiane (facevamo tutte parte dello stesso residence). Una volta tornate ho scoperto che stavano pulendo le nostre camere. Mi sono ricordata di come avevo lasciato la mia stanza e mi sono fiondata a riordinare.

Domenica prima gita: Oxford! Bellissima Oxford con i suoi edifici e i negozietti che vendono libri rilegati in pelle, penne, inchiostri... le mie amiche hanno comprato una felpa dell'università di Oxford, io volevo prendere un libro rilegato ma per fortuna sono riuscita a resistere (sapevo che avrei comprato quintali di libri in seguito...) (sì, è stato così... ho avuto problemi a mettere tutto in valigia).

Seconda settimana

Lunedì ci danno dei cereali per colazione con del latte e una coppetta per mischiare il tutto (coppetta come quella in cui si mette il gelato, ma più grande).

Finite le lezioni accompagno Kanae (una mia compagna di classe) a comprare una giacca. Ci siamo fatte una bella chiacchierata durante il tragitto. Lei aveva google maps in giapponese. Ho imparato come dire “destra” e “sinistra”nella sua lingua e lei lo ha imparato nella mia. È incredibile come imparasse in fretta.

Arrivate da Primark ci guardiamo intorno per cercare le giacche. Primark è un negozio enorme. Ha le dimensioni di quello che da me sarebbe un intero centro commerciale. Tra una giacca e l’altra ci divertivamo a guardare le stampe o i colori di alcune magliette. Una mezz’oretta dopo io e Kanae siamo in fila alla cassa. Sul suo braccio ha una bellissima giacchetta giallo pastello.

Dopo lo shopping abbiamo preso direzioni opposte: Kanae doveva pranzare con un amico e io decido di recarmi al residence per riposare.

Mentre mi dirigo verso casa vedo di fronte a me la vetrina di un negozio piena di orsetti. Dieci minuti dopo esco dal negozio saltellando felice con un orsetto “fatto da me” tra le braccia.

È così che Teddy, il rubacuori, è entrato in famiglia. Allora non lo sapevo, ma presto con quegli occhioni dolci e la sua morbidezza avrebbe conquistato il mondo (e mia madre).

Martedì in classe siamo solo in 4: io, Lara, Roy e una ragazza tedesca. Tutti gli altri stanno partecipando a una gita di gruppo.

È stata una lezione tranquilla. Jake, il professore, ha approfittato della nostra passione per la lettura per farci parlare tra di noi e ci ha consigliato dei libri che secondo lui tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. Amo Jake. Mi sono sempre divertita alle sue lezioni. Lo vorrei in classe ogni giorno. Tutti avrebbero bisogno di un Jake nella vita.

Mercoledì mattina i group leader ci hanno comunicato sul gruppo che abbiamo raggiunto abbastanza adesioni per andare a Stonehenge. Ci hanno ricordato, inoltre, di andare a scuola a pagare il prima possibile in modo da ufficializzare il tutto.

Ieri avevo provato a pagare con la carta ma il pos me l'aveva respinta. oggi ero tornata lì armata di contanti ma… erano vecchie sterline a la scuola non poteva accettarle (potevo comunque usarle nei negozi fino a ottobre).

La signora della reception mi consiglia di provare a farmele cambiare in banca. Vado in banca. La banca mi manda alla posta. Vado alla posta. La posta il mercoledì è chiusa. Torno alla banca. Prelevo dal bancomat. Torno a scuola. Pago. Torno al residence. Mi stendo a letto. Muoio. 

Leggo i messaggi su WhatsApp e scopro che le mie tre amiche italiane intendono organizzare un pigiama party. Resuscito, esco e vado da loro.

Abbiamo visto il primo episodio di stranger things. Io e una ragazza stoppavamo l'episodio per metterci a commentarlo mentre le altre due ci maledivano perché volevano guardare la serie. È stato divertente, lo rifarei.

Giovedì è entrato in classe un vecchietto con il cappello da cowboy. Ci ha comunicato che Jake è assente e che per oggi sarebbe stato lui il nostro insegnante.

Cosa potrebbe mai fare un innocuo vecchietto con il cappello da cowboy? Test a sorpresa.

Reading, Listening e Grammar. Non abbiamo più saputo nulla su quel test e menomale perché era andato malissimo.

Venerdì giornata pienissima.

La mattina mentre vado a scuola compro il libro che Jake ci aveva consigliato di leggere di più in assoluto: To kill mockingbird di Harper Lee. Ormai avevo capito che non sarebbe più stato il mio insegnante e ho pensato di rendergli omaggio in questo modo. Nessun professore avrebbe mai potuto rimpiazzare Jake.

A conferma di ciò: ho odiato il nuovo supplente.

Ho una compagna napoletana che è una bravissima persona ma per alcune cose rappresenta lo stereotipo del suo paese. Esempio: è chiassosa.

Ogni volta che lei e il professore parlavano lui le diceva: “ananas sulla pizza” e lei rispondeva a tono battendosi, giustamente, per il suo paese. All’inizio poteva essere uno spettacolo divertente ma… Il professore ha continuato con la stessa battuta per due ore di fila.

Non mi sono meravigliata più di tanto quando, durante la pausa, è entrato in classe un ragazzo che ha scritto sulla lavagna: * nome del professore * è vecchio. Chissà a quanti studenti non piace.

Il vecchio ha incentrato la lezione sul tè e, a coppie, ci ha fatto inventare una nuova bevanda. (Ovviamente siccome è un vecchietto simpatico le coppie le ha scelte lui).

Sono stata in gruppo con un ragazzo sardo di nome Michele e insieme abbiamo creato la Puldegna (Puglia+Sardegna). 

Michele e i suoi amici sarebbero andati via questa domenica così siamo andati a prendere il tè inglese insieme, subito dopo la fine delle lezioni. 

Il locale aveva le pareti rosa glitterate ed era pieno di cappelli (credo in onore della regina Elisabetta). Il tè, nonostante i vari cucchiaini di zucchero, era amaro come poche cose al mondo. Le paste invece erano buonissime. Ci spalmavamo sopra marmellata e burro: una bomba.

Tornata al residence, ricevo un messaggio da parte della mia amica slovacca (Mishka) che mi chiede se andrò in spiaggia quella sera. Ci penso un po' e decido di andare. 

Ci siamo sedute su degli asciugamani in riva al mare. Davanti a noi si vedeva il tramonto ed eravamo circondate dai gabbiani. A lei piacciono molto gli uccelli. Mi ha detto che a casa ha quattro pappagallini che la aspettano.

Abbiamo parlato. Lei aveva portato il suo blocco da disegno e mi sono divertita a vederla disegnare. Le piace molto disegnare vestiti. L’anno prossimo spera di entrare in un’università di moda. Io ancora non ho scelto cosa voglio fare, ma mi è piaciuto parlare con qualcuno che ha già le idee chiare sul proprio futuro.

Verso sera ci siamo alzate e ci siamo messe in fila per salire sulla ruota panoramica. Speravamo di vedere i fuochi d’artificio da lì. Eravamo entrambe intimorite dall’altezza (e dal cigolio che sentivamo ogni tanto) ma a metà giro ci siamo messe a parlare e abbiamo superato il punto più alto senza nemmeno accorgercene. Siamo scese prima che iniziassero i fuochi. Abbiamo deciso di correre verso il ponte della spiaggia per riuscire ad avere una bella visuale. I fuochi sono stati spettacolari. È la prima volta che mi hanno trasmesso delle emozioni. Ho sentito una grande malinconia per chi se ne sta andando e per quando anche per me sarà tutto finito.

Sabato si andava a Londra. Questa volta avevo ordinato la stanza prima di uscire.

Purtroppo, Londra è una città che non si può visitare in poche ore. Abbiamo visto il Big Ben, abbiamo pranzato al mc e siamo andate in giro per negozi. 

Tornata al residence ho salutato un'ultima volta chi sarebbe tornato a casa il giorno dopo. Si erano riuniti nella lounge per salutarsi. Ho scritto loro delle dediche nelle cartelline con dentro il certificato EF. Ci siamo salutati un’ultima volta prima della partenza. Con molti di loro avevo legato da poco. Mi dispiace che se ne stiano già andando. Mi mancheranno.

Domenica tutti a Stonehenge! Volevamo dormire. Era stata una settimana piena di emozioni. Stavamo scoppiando, anche se eravamo felici. A metà viaggio mi sono svegliata sul pullman e ho visto che tutte le persone intorno a me erano addormentate. Chiudo gli occhi e torno a dormire anch'io. Quando sono scesa dal pullman ero ancora assonnata.

Eravamo circondati dalla campagna. 

Non potevamo avvicinarci a Stonehenge: il sito era recintato. Gli unici che potevano avvicinarsi erano i corvi. Un corvo in particolare si era posato di fronte a Stonehenge e guardava la costruzione con il becco aperto. È diventato una star.

La costruzione era imponente. Ho cercato di individuare le varie componenti di cui avevo letto online: l’altare centrale e la pietra del tallone.

Dopo aver visto Stonehenge ci siamo precipitati al negozio di souvenir dove ho preso una calamita, un adesivo e una cartolina a sketch. Non tutti i giorni si vede un calendario astronomico da vicino.

Lasciato Stonehenge si parte per Bath. È davvero una bella cittadina. Molto tranquilla e verde. Persino la stazione di polizia aveva delle aiuole (la struttura era tenuta così bene che da lontano l’avevo scambiata per un centro commerciale).

Io e le mie 3 amiche abbiamo mangiato (al mc) e siamo entrate da H&M per comprare qualcosa da metterci in discoteca mercoledì. Ho subito puntato una bellissima gonna nera alla coreana e una maglia nera a rombi.

Mentre aspettavo le altre (che ancora non sapevano cosa comprare) ho preso tutti i capi d'abbigliamento del negozio che mi ispiravano, abiti che normalmente non avrei neanche provato, e mi sono fatta delle foto in camerino. La mia preferita è quella con il cappellino blu da rapper e una maglietta bianca enorme. Con le mie amiche ho anche fatto una foto mentre indossavo una vestaglia fucsia della Fanta (mentre loro indossavano altri vestiti strani).

Terza settimana

Lunedì avevo lezione in hotel. Mentre entravo in classe Mishka si è affacciata dalla sua aula e ci siamo salutate. Avevamo legato molto in spiaggia quella sera e anche oggi ci eravamo organizzate per passare il pomeriggio insieme. 

Durante la lezione inizio a programmare la settimana. C'erano ancora molte cose che avrei voluto fare prima di partire e il tempo per farle diminuiva sempre di più. In particolare, avevo deciso di visitare l'acquario da sola (perché nessuno voleva venire con me) e di prenotare una lezione di pittura da Warhammer. Lara, la mia amica spagnola, vede la mia “agenda” e, siccome volevamo passare un giorno insieme, ci mettiamo d'accordo per giovedì, dopo le lezioni.

Dopo la lezione ho passeggiato con Mishka e abbiamo cercato un posto dove mangiare. A me andava bene qualsiasi posto, a Mishka pure. Vedevamo un locale e a lei andava bene, a me pure. Ci siamo fatte andare bene qualsiasi locale che incrociavamo per strada, ma nessuna delle due voleva imporsi sull'altra e abbiamo sempre continuato a camminare. All’improvviso ha iniziato a piovere e siamo entrate in un ristorante italiano. Ci siamo dette che la prossima volta avremmo mangiato slovacco.

Martedì avevo la prima lezione alle 12:30. Ho fatto colazione con calma mentre guardavo qualche video su YouTube. È ancora presto quando esco di casa ma decido di iniziare ad andare a scuola. Durante la pausa pranzo faccio incontrare Mishka e Lara. Hanno molte cose in comune. Purtroppo, non sono riuscite a legare. Avevamo tutte lezione il pomeriggio ma solo io ne avevo una online. Decido di tornare al residence. Stasera avremmo continuato Stranger Things.

Ai giorni di anticipo seguono i giorni di ritardo. Oggi ero in ritardo.  Dopo la lezione ho deciso di fare il test finale. È stato tosto. Molto più del previsto. Sono grata di non aver ripetuto niente prima di farlo perché non sarebbe servito. Avrei solo perso tempo. Lascio l’istituto scoraggiata con un pacco di patatine in mano e incontro Jake. Era in pausa pranzo, seduto su un tavolino di metallo ad aspettare che la cameriera gli portasse il cibo. È sempre bello rivederlo. Dopo aver parlato con lui mi sono sentita meglio e ho iniziato a comprare i souvenir da portare a casa.

Giovedì ho passato tutto il pomeriggio con Lara. È stato bellissimo. Lara è fantastica: si era ricordata che volevo provare un locale e siamo andate a mangiare lì. Abbiamo ordinato dei panini al pollo con insalata, ketchup e maionese. L’unica differenza è stata l’acqua: lei la preferisce frizzante. Il dessert invece l’abbiamo preso da Teafusion, il suo locale preferito. Dopo pranzo siamo andate nel negozio di cd in cui mi aveva già portato Mishka. È stato bellissimo: Lara adora i cd e si è incantata in quella corsia. Intanto io mi incantavo in giro per il negozio. Siamo rimaste lì per tutto il tempo che volevamo. Abbiamo comprato un bel po’di cose, ma ne è valsa la pena.

Altro giro altra corsa. Oggi sono andata all’acquario. Appena entrata mi sono ritrovata in un tunnel circondata dagli squali. Vederli nuotare intorno a me è stato magnifico. Gli squali sembravano piegare il tempo quando si muovevano. Il blu delle pareti diffondeva calma. Nella sezione abisso c’era un pesce che si mimetizzava con le rocce e un’aragosta blu grande quanto un beagle. C’era anche una vasca per le lontre. Amo le lontre. Ringhiano al mondo ma tutti continuano a pensare che siano docili e carine.

Arrivo a lezione con 10 min di ritardo (niente male direi). Stavano giocando a “mafia” (si chiama anche “Wolf”). Dopo il gioco vi è la consegna degli attestati. Scopro di essere un c1… ok. Scriviamo i nostri nomi su una bandiera inglese con il pennarello nero e facciamo delle foto di classe. Passiamo a ritirare i cappellini per la cerimonia del diploma di questa sera. Non riesco a credere che stia tutto per finire. Vado alla mia lezione di pittura. Il negoziante si chiamava Mike. Mi ha fatto scegliere tra due figure e poi mi ha spiegato man mano come avrei dovuto dipingere la mia. Intorno a me c’erano anche altri ragazzi, molto più esperti di me, che dipingevano case, elmi enormi o figure piene di dettagli. La lezione è volata.  La sera c’è stata la cerimonia del diploma. Ho rivisto un sacco di persone che, anche in modo minimo, hanno partecipato a questa mia avventura di tre settimane. Ci siamo scambiati le firme sui cappelli del diploma. Sono tantissime.  Tornata a casa ho finito di riordinare la valigia lasciando fuori solo ciò che mi sarebbe servito l’indomani. Ho lasciato tutte le bottiglie che in questi giorni non avevo aperto in frigo con un biglietto: “for whoever will come next, enjoy your time here and take care”.

Il giorno della partenza è avvenuto tutto molto velocemente. Sono andata al mc a fare colazione con le mie amiche italiane. Abbiamo preso dei pancake. Li abbiamo mangiati in 20 min e poi siamo corse verso il residence (rischiavamo di fare tardi). Avevo ancora il bicchiere di cioccolata bollente in mano. Tutto mi è sembrato surreale. Arrivate in Italia le mie amiche hanno trovato i loro genitori ad aspettarle e se ne sono andate. Rimango da sola ad aspettare il mio aereo. Sento ancora che domani mi sveglierò a Bournemouth e le ritroverò sui divanetti della lounge. So che non è vero, ma non riesco a immaginare come saranno le mie mattine una volta tornata a casa. scendo dall’aereo e abbraccio mia madre. Mi porta da papà che ci aspettava in macchina. Saluto anche lui. Mettiamo le mie valigie dietro al cofano. Mia madre mi passa la zia che aveva chiamato per sapere se fossi arrivata. Una volta a casa disfiamo la valigia. Consegno i regalini che avevo preso per loro. Mamma saluta Teddy. Vado a letto. Sono a casa, ma mi sembra di dover ripartire domani.

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