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Bilinguismo e mondo del lavoro

Bilinguismo e mondo del lavoro

Man mano che si cresce diventa sempre più complicato apprendere una lingua da zero o perfezionarla. Nonostante ciò, è proprio in età adulta che la maggior parte delle persone si rende conto di avere un’importante mancanza sul proprio CV: la conoscenza avanzata di almeno una lingua straniera. Infatti, avere un’ottima padronanza linguistica è ormai essenziale, nel mondo del lavoro così come in quello dell’istruzione e della sfera personale.

Conoscenza linguistica e lavoro

Un'indagine realizzata dall’ente Cambridge Assessment English mostra che ben il 96% delle aziende italiane considera la conoscenza avanzata da parte dei propri dipendenti di una seconda lingua straniera fondamentale per il proprio business e, proprio per questo, tendono a scartare candidati che non rispettano questo requisito essenziale. Inoltre, una bassa, se non nulla, conoscenza dell’inglese può essere ritenuta una barriera per la crescita economica dell’azienda stessa, in particolar modo se rivolta all’internazionalità. Questo perché la scarsa padronanza della lingua potrebbe portare ad errori di comunicazione e, quindi, al rallentamento dell'attività aziendale.

Negli ultimi anni, la stessa Unione Europea ha più volte sottolineato l’importanza di migliorare l’apprendimento delle lingue, rimarcando che entro il 2025 tutti i giovani europei dovranno avere un’ottima conoscenza di almeno due lingue straniere. Questo renderà loro più semplice l’entrata nel mondo del lavoro o un avanzamento di carriera o l’accesso a materiali accademici ormai quasi interamente redatti in lingua inglese. Sempre secondo il Cambridge Assessment English, il 64% delle aziende italiane ritiene che un dipendente con un ottimo livello di inglese possa fare carriera molto più velocemente rispetto ai colleghi con un livello medio/basso, a parità di competenze. Secondo la Cnn, essere bilingui è una tra le skills più richieste dalle aziende.

Apprendimento linguistico in giovane età

Imparare una lingua da bambini è il miglior modo per raggiungere le competenze linguistiche di un madrelingua. Secondo uno studio condotto dal MIT e dall'Università di Harvard, il periodo d'oro per lo studio delle lingue dura fino ai 17-18 anni. Studiare una lingua da adulti è certamente possibile, ma il nostro cervello, superata la maggiore età, ha minore flessibilità ed è meno ricettivo, si fa quindi più fatica ad immagazzinare qualsiasi informazione. Sono quindi sempre di più i genitori che scelgono un'educazione bilingue per i propri figli. Sempre più ampio è infatti lo spettro di possibilità che i giovani hanno per creare le basi per il proprio futuro di successo. Molti genitori espongono fin da neonati i propri figli all’ascolto di una seconda lingua attraverso la musica o il contatto diretto con persone madrelingua non italiane o facendoli assistere a lezioni di lingua per bambini. Altri si rendono conto più avanti, in età adolescenziale, dei benefici che i propri figli avranno nell’apprendere a livello avanzato una lingua straniera e scelgono di far frequentare loro scuole internazionali in Italia o all’estero per l’intero percorso scolastico o per un Semestre. I ragazzi diventano così completamente bilingui e, senza rendersene conto e con poca fatica, hanno già una marcia in più rispetto ai loro coetanei.

I benefici del bilinguismo

La Faculty of Health dell’Università di York, la Anglia Ruskin University e la Georgetown University hanno condotto diversi studi a riguardo dei benefici del bilinguismo: un'educazione multilingue migliora l'attività cerebrale, affina le abilità di adattamento e problem solving, favorisce le abilità mnemoniche e stimola l’empatia e la creatività.

I benefici di un’esperienza all’estero non finiscono qui! Studiare all’estero porta i ragazzi ad esplorare culture diverse, conoscere nuove persone, ad aprirsi a nuove opportunità: insomma, a diventare veri e propri cittadini del mondo più sicuri di sé e indipendenti. La cosa che più sorprende i genitori, al rientro dei propri figli dopo un lungo periodo all’estero, è la loro maturità, la capacità di risolvere i problemi in autonomia e la predisposizione a “provare” nuove esperienze, che sia assaggiare un nuovo cibo al cimentarsi in un nuovo sport.

In conclusione, studiare all’estero fin da ragazzi è un grandissimo vantaggio competitivo, sia nel mondo del lavoro, dove avranno maggiore possibilità di avere successo, sia nella sfera personale per il proprio sviluppo e affermazione di sé.

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